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Quando diventiamo finanziariamente adulti?


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In un frizzante pomeriggio di gennaio, un rampante avvocato sposato di fresco provò il forte desiderio di comprare una polizza casa.

Gli feci il preventivo.
Troppo caro.
Rifeci il preventivo.
Ora andava bene.

Alla fine gli dissi: “Mio caro giovane avvocato, ora che sa per quanto e per cosa ha assicurato la sua casa, vuole sapere per quanto e per cosa ha assicurato il resto della sua vita, anche se non sa di averlo fatto?”

Venne fuori che non voleva.

Venne fuori che - parole sue - a trentun anni era “troppo giovane per pensare a queste cose”.

(Naturalmente questa risposta poteva essere semplicemente un modo per liberarsi di uno scocciatore, ma in questo caso questo articolo si sarebbe limitato a un consiglio molto semplice: non assicurarti con qualcuno che ritieni uno scocciatore.)

Chiusa la chiamata, mi misi a pensare.

In effetti, la consulenza previdenziale che gli avevo proposto non è un servizio per persone finanziariamente immature, ma per persone finanziariamente adulte.

E quindi mi sono fatto una domanda: quando diventiamo finanziariamente adulti?

Biologicamente, entriamo nell’età adulta con l’età riproduttiva.

Civilmente, diventiamo adulti con la maggiore età.

Sentimentalmente, diventiamo adulti quando ci impegniamo veramente con qualcuno (credo… è giusto, no? Accetto suggerimenti).

Ma economicamente? Il passaggio sembra non essere così netto.

Tradizionalmente, identifichiamo la maturità economica con l’indipendenza economica.

Pare cioè che si diventi finanziariamente adulti quando si ottengono entrate regolari, e finalmente ci si può permettere l’agognato mutuo.

Ma guadagnare abbastanza è un criterio che guardo con molto sospetto.

Davvero la differenza di maturità economica tra te e un liceale è solo che tu guadagni di più?

E se domani il liceale diventa uno streamer da 10k al mese di sponsor e si compra una casa più grande della tua, significa che è diventato economicamente più adulto di te?

Siamo seri: no.

A mio parere, la differenza tra un ragazzo e un adulto è che l’adulto organizza il suo denaro, mentre il ragazzo no.

Cosa intendo con “organizzare il proprio denaro”?

Intendo assegnare una funzione ai nostri soldi: sapere cioè a cosa ci servono e a cosa ci serviranno.

Per quanto possa apparire una questione banale, in realtà è un’operazione tutt’altro che intuitiva.

E, soprattutto, ha un enorme vantaggio: sapere a cosa ti servono i soldi ti permette di sapere quanti te ne servono. Se non sai quanti soldi ti servono, ti sembrerà sempre di averne meno di quanti dovresti. Una sensazione spiacevole, al contrario della consapevolezza di averne abbastanza.

Per la maggior parte delle persone, gestire i propri soldi significa una sola cosa: spendere meno di quanto si guadagna. E basta. Cioè mettere in pratica l’antica raccomandazione della nonna di “essere parsimoniosi”.

Attenzione: questo è tutt’altro che sbagliato. È sacrosanto e del tutto auspicabile che le nostre uscite siano inferiori alle entrate. D’altra parte, è una regola piuttosto difficile da infrangere: nessuno può vivere al di sopra delle proprie possibilità, o perlomeno nessuno può farlo per periodi prolungati.

Ma avere uscite inferiori alle entrate è anche ciò che fa il ragazzino che mette da parte la paghetta per pagarsi il concerto di Sfera Ebbasta o la benzina del motorino.

Una persona finanziariamente adulta va oltre questo criterio e si fa una domanda che è solo in apparenza scontata: per cosa sto risparmiando?

La risposta è diversa per ognuno di noi, perché ognuno di noi ha diverse aspirazioni, necessità e possibilità.

Ma qualunque sia la tua risposta, i soldi che guadagni vanno a finire dentro uno di questi 4 contenitori:

I 4 pilastri della pianificazione economica.jpg

Che lo si voglia o no, che ne siamo consapevoli o meno, la nostra vita economica è suddivisa in queste quattro macrocategorie. Qualunque sia l'uso che poi fai del denaro in esse contenuto.

Chiunque, infatti, ha bisogno di spendere una certa quantità di denaro per vivere (serbatoio per le spese correnti).

Chiunque ha bisogno di un fondo di riserva per affrontare eventi che, per quanto non previsti, prima o poi accadranno: il cambio dell’auto, l’intervento del dentista, la visita medica, la lavatrice da sostituire e così via (serbatoio per spese non pianificate).

Chiunque ha un progetto di vita per il quale sta accantonando dei soldi: la pensione, l’università dei figli, la casa al mare, il matrimonio, la beneficenza o altro ancora (serbatoio per il risparmio futuro).

Chiunque, infine, vorrebbe avere le spalle coperte nel caso si verificasse un imprevisto grave.

Il risparmiatore immaturo non gestisce questi quattro contenitori: mette da parte del denaro, ma lo fa in modo disordinato. Tutto il suo denaro è a disposizione di tutti e quattro i contenitori contemporaneamente. L'uso che ne farà dipenderà dal "contenitore" che reclamerà per primo i suoi soldi: se dovrà comprare una casa prima di avere un imprevisto, svuoterà anche il contenitore degli imprevisti. Al contrario, se a capitargli per primo sarà un imprevisto, svuoterà il contenitore del risparmio (e nei casi peggiori delle spese correnti e non pianificate).

Il problema è che la quantità di denaro che dovrebbe stare in ciascun contenitore dovrebbe, a rigor di logica, essere diversa: per la macchina nuova mi servono molti meno soldi di quanti me ne servano per mettere insieme una pensione adeguata.

Il risultato di questa confusione è un perenne senso di inadeguatezza: certo, ho un po’ di soldi/beni da parte, ma mi basteranno quando ne avrò bisogno? E per cosa ne avrò bisogno? E quando?

Il risparmiatore adulto, al contrario, sa esattamente cosa sta facendo.

Forse non avrà ancora riempito quanto vorrebbe uno o più di questi contenitori, ma ha un obiettivo, sta lavorando per raggiungerlo e ha già disposto le cose in modo che nessun imprevisto gli metta i bastoni tra le ruote.

Attenzione: non sto dicendo che devi avere per forza quattro contenitori distinti. Non sto dicendo che chi è finanziariamente adulto ha un conto corrente, un libretto postale, una polizza vita, un fondo patrimoniale o chissà che altro.

È una questione di mentalità. O, più precisamente, di contabilità mentale.

Questi quattro contenitori corrispondono alle funzioni che ha il denaro: l’importante è sapere quanto ti serve per ciascuna funzione.

Lo strumento concreto, poi, lo scegli in base alle tue esigenze e alle tue preferenze.

Il mercato dei prodotti finanziari non fa che proporre questi contenitori: fondi di investimento di vario tipo, polizze, fondi pensione, libretti postali, di tutto e di più. Ma nessuno di questi prodotti è un buon prodotto o un cattivo prodotto in sé: dipende qual è la funzione per la quale lo stai usando.

Torniamo quindi al nostro avvocato.

Assicurando la sua casa, ha versato del denaro nel suo serbatoio per le gravi emergenze.

Una cosa che di per sé è anche utile, non fraintendermi.

Ma questa assicurazione, da sola, rende efficace quel serbatoio per le gravi emergenze?

Come senz’altro saprai se non sei venuto al mondo ieri, lo spettro degli imprevisti possibili va ben al di là di quelli che possono capitare alla nostra casa: quanto di questo spettro è coperto da questo serbatoio?

Per saperlo bisognerebbe guardarci dentro, a questo serbatoio.

E questo è un invito che rivolgo anche a te, sempre che tu ritenga la sicurezza economica un valore importante.

Prima ancora di venderti una polizza, il mio mestiere è quello di fare luce sul contenuto della tua "cassetta per i gravi imprevisti".

Per questo ti invito, nel caso ti interessasse organizzare il tuo denaro, a contattarmi per una consulenza previdenziale.

Ma prima ancora che tu alzi il telefono o mi scriva, ecco una piccola anticipazione di quello che scoprirai quando guarderemo in questa tua cassa per gli imprevisti:

  1. Hai molti più “risparmi di sicurezza” di quanto pensi
  2. Hai molte più “assicurazioni” di quelle che credi di avere, anche se pensi di non averne affatto;
  3. Anche se non lo sai, è tutta la vita che paghi queste assicurazioni: lo fai con i tuoi contributi, che sono molti più soldi di quanti potresti mai investirne in assicurazioni private;
  4. Comprare polizze private non è l’unico modo per riempire questo serbatoio.

Ora, per l’80% dei miei clienti, questo contenitore è molto più ricco di quanto lo siano tutti gli altri.

E ora ti chiedo: visto che ti protegge da quegli imprevisti che possono mettere sulla strada una famiglia o trasformare in tragedia una vita normale, non credi che valga la pena dedicare del tempo a capire cosa c’è dentro?

Nel caso in cui la tua risposta fosse affermativa, contattami: ti spiegherò come funziona il servizio di consulenza previdenziale.

A quel punto potrai decidere se sei “troppo giovane” per occupartene, oppure se ti interessa cominciare a organizzare il tuo denaro.

Info

G. e C. A. s.a.s. di Chiani Sandro e dott. Andrea Covini

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20135 Milano

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